Value Alliance, le low-cost d’Asia uniscono le forze.

Route map di Value Alliance
route map di Value Alliance

Le alleanze tra vettori nascono con lo scopo di facilitare le prenotazioni e l’organizzazione degli itinerari ai passeggeri oltre che, ovviamente, aumentare i guadagni delle compagnie mantenendo i passeggeri all’interno di un definito network così da ridurre le spese ottimizzando connessioni e voli.

Le alleanze tradizionali, Star Alliance, oneworld e SkyTeam, per intenderci, prevedono ridotte partecipazioni azionarie, quando ci sono, tra compagnie che rimangono indipendenti nella gestione e nelle scelte industriali. Queste, negli ultimi anni, sono state messe sotto pressione da un nuovo concetto di alleanza a un livello di integrazione superiore sia per quanto riguarda le partecipazioni, in alcuni casi arrivano al 49% di una compagnia, che l’assetto dirigenziale. Stiamo parlando in questo caso della politica portata avanti da Etihad Airways con Etihad Equity Partners (qui), e in misura al momento minore da Qatar Airways. Ai partner si possono aggiungere una moltitudine di accordi di codeshare che consentono ai passeggeri grande libertà di scelta e di volo, molto più che all’interno degli stretti muri di un’alleanza, assicurando prenotazioni, accredito/utilizzo di miglia e attenzione continui su tutto l’itinerario. Una simile politica di codeshare trasversale rispetto ad ogni alleanza è quella, ad esempio, di Alaska Airlines ed Emirates.

Attorno a questi vettori full service volano le compagnie low-cost, attori generalmente indipendenti, ma il cui ronzio si sta facendo sempre più simile al rombo di un aereo al decollo. Alcune hanno accordi diretti con grandi compagnie, come easyJet e jetBlue con Emirates, ma ancora nessuna ha pensato di creare un’alleanza con altri vettori low-cost.

Almeno sino ad ora. Sul mercato asiatico, infatti, stanno definendo gli ultimi dettagli 8 compagnie budget che complessivamente, nel 2015, hanno trasportato più di 47 milioni di passeggeri verso oltre 160 destinazioni a bordo di circa 176 apparecchi.

La nuova alleanza nel panorama mondiale si chiama Value Alliance, e include Scoot e Tigerair (sussidiarie di Singapore Airlines), Tigerair Australia, Cebu Pacific (Filippine), Jeju Air (Corea del Sud), Vanilla Air (di propietà di ANA, Giappone), Nok Air e NokScoot (Thailandia).

Dalla lista sono assenti le due maggiori compagnie low-cost asiatiche, AirAsia e Jetstar, che da sole coprono, rispettivamente, il 15% e il 9% del mercato budget continentale.

Al momento non è dato di sapere quali vantaggi, oltre ad un unico punto di prenotazione, saranno concessi ai viaggiatori, tipo bagaglio inviato sino a destinazione anche attraverso aeroporti in connessione, programma di fidelizzazione, etc. Ma va comunque ricordato che se anche le tariffe possono sembrare allettanti ad un prima occhiata, vanno sempre considerati tutti quei costi aggiuntivi che differenziano le compagnie low-cost dalle full service, come per esempio: franchigia del bagaglio, pasti o snack inclusi, intrattenimento di bordo, bibite, ridotti costi di cambio di itinerario e/o cancellazione.

 

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