Star Alliance presenta i Connecting Partner a basso costo.
Nell’ambito del programma “Connecting Partner”, Star Alliance ha annunciato che le compagnie low-cost e quelle ibride verranno connesse al proprio network.
Per mantenere l’alto livello di servizi che la contraddistingue, e non spaventare i propri viaggiatori che leggono LCC, low-cost carrier, come una fastidiosissima pulce nell’orecchio, il comunicato diffuso al pubblico afferma che “i Connecting Partner verranno valutati attentamente”, e che non si prevede di considerare Ryanair o easyJet.
Il primo vettore che entra nella lista, ufficialmente, è la poco conosciuta Mango, compagnia sudafricana di proprietà statale e sussidiaria di SAA, ma che dire allora di Eurowings, non è forse una low-cost connessa al network di Lufthansa Group e affiliata di Miles & More. O, come ironicamente affermano alcuni viaggiatori, perché non considerare pure come low-cost già connesse anche il pessimo servizio che compagnie come United Airlines, SAS, brussels airlines, TAP, Air China, LOT, Croatia Airlines offrono in classe economy.
Il punto, purtroppo per i viaggiatori, non è la qualità del servizio offerto, ma la interconnettività dei servizi. Ai passeggeri che compiano un itinerario nel quale si preveda un transfer tra una compagnia tradizionale e un Connecting Partner, sarà infatti assicurato il mantenimento dei benefit come, ad esempio, la riconsegna del bagaglio a destinazione e l’accredito di miglia. Non si parla però di altri privilegi ai quali sono abituati i possessori di carte oro del programma frequent flyer, di Star come delle altre alleanze, quali l’accesso alle lounge, e ciò per ovvie ragioni pratico-logistiche dato che spesso le LCC volano verso aeroporti minori e dalle infrastrutture ridotte.
Perché il grande plus dei network delle LCC è esattamente questo: il vantaggio di mantenere aperti collegamenti, e quindi trasportare passeggeri, anche dagli aeroporti meno visibili sulle mappe.
Quella che può sembrare una novità è pero un dato di fatto ormai consolidato nell’industria aeronautica: le legacy airlines, compagnie tradizionali, hanno praticamente perso la battaglia per il corto raggio a scapito delle LCC; già appariva evidente nel 2013, leggi qui.
I grandi gruppi del Continente, Lufthansa Group, Air France – KLM e IAG hanno da tempo messo in piedi strategie che vedono sussidiarie a basso costo operare da feeder, letteralmente alimentatori, per quello che al momento rimane l’unico vero mercato lucrativo delle compagnie tradizionali: il lungo raggio. Leggi qui.
Anche Alitalia, prima dell’ingresso di Etihad, ricevette una proposta ricca di contenuto commerciale, ma letta al tempo come una boutade, da Ryanair che si offriva come feeder sul mercato di Roma FCO. I dirigenti di AZ scelsero poi una strada diversa per salvare il marchio bianco rosso e verde, anche se la ristrutturazione delle rotte degli Etihad Equity Partners tende, in fin dei conti, allo stesso punto.
Periodo di espansione per le alleanze aeree…Ma al di là della logica (ri)entrata di Aer Lingus in OneWorld mi chiedo se sia davvero necessario estendere la partnership anche a compagnie come Mango
Siamo appena agli inizi, vedremo se porta più vantaggi ai viaggiatori o alle compagnie aeree. E’ di ieri la notizia che Ryanair e Norwegian sono in trattative perché la prima faccia da feeder alla seconda sui voli transatlantici … le alleanze sono un modo per tenere i viaggiatori sempre sotto la propria ala 😉