Per il momento non si vola low-cost tra Europa e USA.
Per il momento niente low-cost dall’Europa agli USA. Il Dipartimento dei Trasporti degli Stati Uniti ha rifiutato la richiesta di permesso presentata da Norwegian Long Haul DU per offrire un servizio passeggeri tra gli aeroporti di Londra LGW, New York JFK e Orlando MCO, per cifre attorno ai 150 dollari a tratta, poco più di 110 euro.
Le motivazioni non sono di carattere protezionistico, anche se ci può essere stato un occhio di attenzione al mercato, bensì riguardano aspetti di politiche del lavoro e del commercio. Norwegian Long Haul DU è una sussidiaria di Norwegian Air Shuttle DY, ma mentre la casa madre è registrata in Norvegia, DU ha espresso intenzione di porre la sede in Irlanda, per motivi fiscali, e per le stesse ragioni affidare a una agenzia di Singapore la ricerca del personale che sarebbe stato fiscalmente basato in Thailandia.
Le compagnie aeree USA e i sindacati delle linee aeree delle due sponde dell’Atlantico si sono vigorosamente opposti a queste pratiche che non solo avrebbero causato precedenti a livello sindacale sul mantenimento dei livelli salariali, ma avrebbero anche creato problemi alla concorrenza delle compagnie già presenti.
I voli di lunga distanza, superiori ai 1500km di raggio, sono gli unici che restano profittevoli per le legacy airlines (leggi qui); il primo attacco delle compagnie low-cost è stato respinto, ma la guerra è ancora lunga.
Le low-cost europee non voleranno verso gli USA? Bene, allora creeremo un Europa in cui le varie Ryanair, easyJet e Wizzair faranno da padrone, e un Atlantico in cui spadroneggeranno le compagnie “full service”.
Viva la concorrenza.