Il dottore riceve: econofobia.
C’è una malattia nuova in giro, ha un nome antico e un virus mutato: si chiama econofobia. Nel nostro caso non si riferisce alla irrazionale paura dell’economia in senso lato: produzione, profitti, marketing, venditori ecc., ma bensì al timore ansiogeno e terrificante di doversi sedere in classe economica, dopo avere provato a viaggiare meglio.
Allora, diciamocelo, non solo è una malattia rara dato che colpisce meno del 10% di quel 10% che viaggia meglio, ma possiamo pure affermare che soffrirne di questi tempi è sicuramente molto più snob che chic. Su queste sponde dell’Atlantico è poco conosciuta, magari gli infetti non sanno di esserlo perché non si sono fatti testare, ma vi assicuro che in America c’è già chi ne soffre, e ne parla, e ne scrive, e allora possiamo stare certi che prima o poi arriverà anche da noi. D’altronde, non sono forse i viaggi in aereo i più grandi facilitatori della propagazione di epidemie?!
Il virus, si dice artificiale e probabilmente incubato nei laboratori dei consigli di amministrazione delle grandi compagnie aeree, ha trovato una via di fuga nell’ambiente quando hanno iniziato ad apparire i primi rossi sui bilanci. Poco dopo si è tentato di porvi rimedio tagliado costi e sprechi, e pure riducendo regali e regalìe; non dimentichiamo, infatti, che upgrade e biglietti premio ottenuti con le miglia sono gentili concessioni delle compagnie, politiche di marketing appunto. A ruota si sono stretti i cordoni della borsa, leggi meno posti disponibili per gli upgrade, più miglia necessarie per la stessa tratta, finestre temporali per farne uso appena socchiuse, aumento dei balzelli di integrazione miglia + contanti. Insomma, non ti regala più niente nessuno! Ed ecco allora che la febbre indotta dall’econofobia, o come dicono i doctors che l’hanno scoperta econophobia, con l’accento sulla terza o, ha cominciato a mietere vittime … virtuali, ben inteso, anche se l’ansia da declassamento è reale, come quella tenda ondeggiante e indecisa che separa la mandria da chi viaggia meglio.
Allora anch’io soffro di econofobia, ho viaggiato in prima classe soltanto una volta, nel 1991, da San Paolo a Roma. È stato un volo meraviglioso, nella Varig, azienda brasiliana aerea che non c’è piú. La prossima volta che vado dal analista, proverò di discutere questa nuova malattia.
Come ti capisco …. 🙂
André, anch’io ricordo un volo con una compagnia che non c’è più: un Milano – NY con TWA: salmone in gelatina servito su un piatto d’argento e hostess biondissime con capelli cotonati … quasi un film!