Effetti della crisi in Argentina: le linee aeree si autolimitano sul mercato.
La bandiera argentina, il Rio de la Plata e l’aeroporto di Buenos Aires AEP
Alcune compagnie aeree internazionali che operano sul mercato argentino chiedono ai propri governi di intercedere perché il Ministero dell’Economia Argentino le conceda un sufficiente acquisto di dollari sul mercato interno, altre, piuttosto che rischiare di perdere milioni come è successo in Venezuela, aumentano i prezzi e riducono la vendita di biglietti.
Il mercato dei cambi in Argentina non è libero, essendo regolato dal Governo che concede quote di acquisto fisse e aleatorie ai propri cittadini e alle imprese che operano sul suo territorio. Per i privati ci sono quote per il “dollaro risparmio” e il “dollaro turista”, mentre per le imprese queste vanno negoziate di volta in volta con gli arbitrari funzionari del Ministero. Al momento ai vettori è concesso l’acquisto solo del 50% dei dollari che necessitano.
Per le compagnie aeree questo comporta che con la vendita di biglietti sul territorio argentino rischiano di trovarsi tra le mani più banconote dal valore svalutato di quante non riescano a cambiarne.
Già è successo in Venezuela, dove le compagnie hanno perso milioni di dollari (leggi qui), mentre le loro casse si riempivano di bolivares dal valore vicino alla carta straccia.
Per evitare di ripetere lo stesso errore i vettori giocano ora d’anticipo, ma in ordine sparso: alcuni si affidano al potere di intercessione della diplomazia, mentre altri aumentano i prezzi dei voli in classe economica o riducono la disponibilità di vendita sul mercato interno al Paese. “Preferiamo farci carico delle perdite di volare con aerei semivuoti piuttosto che riempirli, rimanere con i pesos e perderci ancora di più”.
Oltre a queste misure i vettori hanno deciso, dall’11 settembre, di chiudere la vendita di biglietti tramite terzi e di ristringerla ai soli cittadini argentini, perché quelli dei Paesi limitrofi non approfittino della differenza valutaria per comprare in Argentina voli più economici.
Esistono da sempre convegni bilaterali che regolano le operazioni delle linee aeree straniere e delle compagnie di bandiera dei distinti Paesi. I convegni includono norme di transito e di lavoro, e la maggior parte prevede pure la libera circolazione delle valute. Nel caso in cui non vengano rispettati, i governi generalmente attuano misure restrittive di rappresaglia nei confronti della compagnia del Paese che non rispetta le regole. Nel caso dell’Argentina, e di Aerolineas Argentinas, questo è successo nel 2002. Dopo la feroce svalutazione del peso di quell’anno, il Governo di Buenos Aires decise di cambiare in pesos le tasse aeroportuarie per la compagnia di bandiera ma di mantenere in dollari quelle per tutte le altre compagnie. Il Governo Usa optò per trattenere ad AR i fondi equivalenti alle cifre che venivano richieste in più alle compagnie nordamericane.
Qualunque sia lo sviluppo futuro di questa situazione, il caso venezuelano sembra un monito più che una immediata realtà. Tutto ciò è comunque indice della precaria situazione e delle fallaci politiche economiche del Governo di un Paese la cui crescita, solo un lustro fa, sembrava inarrestabile.
fonte: La Nacion