Alitalia – Etihad: il bicchiere mezzo pieno.
Sono ormai passati quasi 5 mesi dall’inizio delle contrattazioni tra Alitalia AZ ed Etihad EY, per un accordo che potrebbe portare EY ad un investimento di circa 500 milioni di euro (650 milioni U$S) per l’acquisizione del 49% delle quote del capitale di Alitalia. AZ ha perso oltre un miliardo di euro (1.3 miliardi U$S) dalla rifondazione datata 2009, qual è la perla nascosta tra le valve bianco-rosso-verdi che tanto ha affascinato la compagnia emiratina?
Il mercato domestico italiano è tra i 15 maggiori al mondo e il secondo in Europa per posti disponibili e ASK Available Seat Kilometers = posti disponibili per distanza volata. Se invece si considerano tutti i posti dei voli nazionali sommati a quelli internazionali da e per l’Italia, il mercato italiano si piazza all’ottavo posto mondiale … non male per una situazione dove non c’è un vero attore preponderante né sul domestico né sull’internazionale. Sembra un frutto maturo pronto da cogliere.
I vantaggi di un accordo tra le due compagnie sono reciproci. Alitalia può concedere ad Etihad svariati codeshare permettendo di mettere un piede nel ricco mercato italiano e sopravanzando così i concorrenti globali più agguerriti, mentre in cambio EY permette ad AZ di accedere al proprio importante network verso l’Asia, regione dove la presenza di Alitalia è marginale. Inoltre i passeggeri Etihad in arrivo nella Penisola possono salire a bordo dei voli intra europei di AZ, alleviandone così l’emorragia di posti verso le low-cost, e pure volare nel non indifferente network italiano verso le Americhe.
Dato che l’investimento è considerevole e visti i trascorsi di superficialità nella gestione della Compagnia italiana, è plausibile che le richieste di Etihad vadano oltre una seria e concreta ristrutturazione e diminuzione dei costi. Per questo matrimonio che s’ha da fare il Governo Italiano deve portare in dote l’Alta Velocità ferroviaria a Fiumicino FCO e liberare gli slot a Linate LIN, mentre AZ dovrà cedere alcuni posti di comando.
Alitalia non ha più a disposizione semplici vie d’uscita come quelle alle quali era stata abituata negli anni scorsi. Etihad ha dimostrato con la costanza di credere nel progetto, mentre l’Italia ha modo di mandare al mondo un segnale forte sull’intenzione sincera del Sistema Paese a modernizzarsi per ricevere investimenti. Il bicchiere è mezzo pieno, sarebbe da stolti lasciarlo sul tavolo.
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