Il dress code di Qantas: niente sandali nelle lounge.
Poteva sembrare un scherzo da Pesce d’aprile, dato che è entrato in vigore il primo di questo mese, ma invece no. Il dress code nelle business e club lounge di Qantas sul territorio australiano è reale e in effetto da qualche settimana.
Ecco allora che in nome di quello che è stato definito un abbigliamento pratico intelligente, ufficialmente lo smart casual code, sono stati banditi i piedi scalzi, le ciabatte da spiaggia, i pantaloni corti, le canottiere, le magliette con scritte appariscenti, i jeans strappati, i cappellini con visiera … e poi che altro? Ma non mettetevi a cercare l’elenco ufficiale e completo, perché non c’è. La discrezionalità a concedere l’accesso dei passeggeri, diciamo così “mal vestiti”, alle lounge è infatti lasciata al buon gusto del personale di terra.
Ora, in un Paese dove nelle torride estati a volte si vedono uomini vestiti in giacca e cravatta, pesanti scarpe di cuoio, calzettoni al ginocchio e pantaloni corti raramente a tinta unita, il giudizio arbitrario sul gusto è una sfacciata presunzione.
Le proteste e l’ironia sui social non si sono fatte attendere. I viaggiatori di buona memoria fanno presente che Gesù non avrebbe potuto volare Qantas, altri tacciano la compagnia di conformismo, qualcuno si chiede se la regola dei sandali valga anche per le donne e per chi indossa calzature e vestiti di marca, magari estrosi, ma che a volte costano come un biglietto. E a giudicare dai tweet direi proprio di si (!) Pochi, e comunque con meno humour, appoggiano la decisione della compagnia: se si possono permettere un biglietto di business o prima classe possono anche permettersi un paio di scarpe; non cedere Qantas nelle lounge vogliamo solo gente ben vestita.
Senza dubbio le splendide spiagge australiane e i fantastici spazi aperti portano ad un abbigliamento casual, gli australiani hanno una propensione per quello che potrebbe anche essere definito guardaroba comodo, a volte troppo comodo. Ma farne una ragione di rifiuto in una lounge a biglietto pagato è superficiale ed elitista.
Inoltre, mi chiedo, se DownUnder è stato deciso che l’abito fa il monaco, è dato per scontato che chi veste “decentemente” sia anche una persona educata e rispettosa? E magari pure pulita e profumata.