Londra LCY- New York JFK, British Airways BA0001. All business class.
Guest post di WorldFlyer, blogger di FlyerZ Blog. Altre foto nel post originale.
L’aeroporto di London City LCY assomiglia a una specie di centro commerciale riattato ad aeroporto: piccolo ma accogliente, hanno cercato di utilizzare gli spazi disponibili come si poteva. Di fatto il check point è costituito da una specie di sala dove sono state inserite 4 macchine ai raggi X: superata la sala, si accede nella zona duty free shop / ristoranti che è davvero di ridotte dimensioni. I gate poi si sviluppano lungo un corridoio angusto.
Il volo BA0001 parte sempre e solo dal gate 24, cui si accede per una scala. Raggiunto il piano terra a sorpresa l’area del gate è stata trasformata in lounge con divani tappezzati, tavolini e un ampio buffet: le hostess controllano la documentazione e forniscono già i moduli per l’immigrazione americana. Ti accomodi e c’è già una hostess a fianco a te che ti indica il buffet chiedendo cosa desideri: non c’è male, non c’è proprio male. La parola chiave di questa esperienza sembrerebbe essere – dettaglio – perché davvero con 32 passeggeri a bordo, il volo è solo business, bisogna curare i dettagli e l’attenzione ai singoli.
L’imbarco avviene a piedi, superando la porta a vetri ed indirizzandosi verso la scala dell’A318 parcheggiato sul piazzale: fa molto anni 90, ricordo alcuni decolli da Alghero o da altre città dove l’imbarco si svolgeva esattamente così. A vederlo il 318 sembra un porcellino di piccole dimensioni e mai potresti immaginartelo spazioso, e invece lo è, come nella configurazione di British Airways: 8 file, 2 posti per ogni lato, equipaggiate con sedili full-flat del tipo a shell: lo chassis in bachelite bianca lucida rende l’aspetto molto elegante e contrasta perfettamente con la selleria grigio scuro delle poltrone. Lo spazio tra le file è davvero abbondante: il bracciolo esterno di ogni sedile ha un minicruscottino per le solite regolazioni, mentre quello condiviso offre spazio sia per un piccolo ripiano porta bevande sia per una tasca dove riporre gli oggetti personali. A separare i posti attigui c’è un piccolo pannello estraibile, posizionato subito sotto le lampade personali a led. Il sedile è formato da un lato dalla poltrona vera e propria, con il poggiatesta regolarbile in pelle, e dall’altra parte da un ottoman, sempre in pelle ma cavo, dentro al quale si possono posizionare gli effetti personali. Per quanto invece attiene il cocoon del sedile davanti, non c’è il classico PTV, bensì solamente uno scomparto verticale per le riviste e una tasca dove sono posizionate le riviste di bordo e le cuffie.
Posso tranquillamente dire che l’abitabilità e le dimensioni della poltrona sono davvero generose e non ci si sente in alcun modo rinchiusi o schiacciati. Per quanto concerne il soft-product, su ogni poltrona c’è un elegante cuscino bianco con finiture argento, una trapunta beige e blu, mentre le cuffie, pur senza marchio, hanno una buona capacità di cancellazione del rumore di fondo.
La particolarità di questo volo è che, dato l’aereo e la distanza, non può essere fatto senza effettuare uno scalo tecnico. Nel caso di British Airways, lo scalo viene operato a Shannon SNN in Irlanda. Pertanto il viaggio si divide in due tronconi, un primo, breve, per l’Irlanda, e il secondo che attraversa l’Atlantico. British Airways ha intelligentemente utilizzato questo fatto per gestire il servizio adeguatamente: tra Londra LCY e Shannon SNN le hostess servono solo un drink e l’appetizer, oltre a prendere le ordinazioni per il main meal che verrà servito dopo lo scalo: in questo modo il breve volo per il canale di San Giorgio scorre via rapido e permette alle hostess di organizzarsi per spiegare come funziona il servizio, a partire dalla distribuzione dei menu. L’appetizer prevede la scelta tra dei canapés e del sushi vegetariano: ammetto con sincerità di essermi buttato volontariamente sul cibo di tradizione nipponica sebbene non convintamente. A conti fatti i roll erano più che decenti, sebbene il pesce non sarebbe stato sgradito.
L’atterraggio a Shannon non è davvero nulla di che: durante il rullaggio le hostess spiegano come tutti debbano raccattare i propri effetti personali e scendere dall’aeromobile: nel frattempo verranno effettuate le operazioni di re-fueling. Ma la cosa più bella, per chi ha volato da Shannon, è che a Shannon esiste già l’immigrazione USA, nonché la dogana. Questo fatto implica che una volta scesi dall’aeromobile si viene condotti in una piccola sala d’attesa, da cui poi si accede al salone dell’immigrazione: quando il volo è pieno in tutto si è 32 persone, oggi siamo solo 18. In pochi istanti ci si presenta all’ufficiale US che verifica il passaporto e ammette il cittadino negli Stati Uniti. Con i piedi sei ancora in Europa, ma legalmente sei già entrato sul suolo Nordamericano. Analogamente l’ufficiale domanda se possiedi un bagaglio registrato e una volta mostratogli il talloncino, lo passa sotto il lettore elettronico: immediatamente su un monitor di servizio compare la foto del tuo bagaglio, l’ufficiale chiede se è quello giusto, che nel frattempo è già stato celermente controllato dai doganieri nell’area bagagli. Quindi, superato il checkpoint, si procede diretti per il gate per tornare nuovamente a bordo. L’operazione in tutto richiede 25 minuti circa, ma il beneficio è impagabile perché di fatto da ora il volo è ora un volo nazionale US e quindi all’arrivo al Terminal 7 viene considerato alla stregua dei domestici.
Chi ha esperienza di voli in arrivo al T7 di JFK, sa per certo che in molte fasce orarie diurne il tempo all’immigrazione può essere molto molto ampio, supera abbondantemente l’ora di coda, e il poter scansare questo pesante fardello costituisce un plus senza prezzo.