Come trasportare i droni per via aerea.
di Francesco D’Amico
Informazioni e consigli pratici per i piloti di droni che si spostano per lavoro o vacanza.
Capita sempre più spesso e per i motivi più disparati di prendere un aereo per spostarsi da un posto all’altro: negli ultimi anni si sta assistendo a una crescita ininterrotta dei collegamenti aerei operati da compagnie tradizionali e low cost, il tutto grazie alla riduzione e all’ottimizzazione delle spese operative che hanno reso l’aereo un mezzo accessibile quasi a tutti. Analogamente, capita sempre più spesso di dover viaggiare con mezzi aeromobili a pilotaggio remoto o droni per trasferimenti di business o leisure, termini tecnici che identificano rispettivamente gli spostamenti per lavoro e quelli da vacanzieri.
Le normative di base che regolano il trasporto dei droni e in particolare quello delle loro batterie sono ormai consolidate, ma è opportuno approfondire queste tematiche e saper distinguere le normative dalle procedure ideali di trasporto, dato che le due cose non combaciano perfettamente. Gli APR di per sé non sono un problema, in quanto sono per molti versi assimilabili ad apparecchiature che regolarmente vengono imbarcate sui voli civili; diverso è il discorso per quanto concerne le batterie ai polimeri di Litio, in quanto, in virtù delle loro proprietà e dei loro rischi, sono soggette alle DGR o Dangerous Goods Regulations, ossia le normative internazionali che regolano il trasporto per via aerea delle merci potenzialmente pericolose. Dato che, in caso di innalzamenti di temperatura, urti e altre circostanze, suddette batterie possono innescare incendi o addirittura esplodere, presentano un rischio per la sicurezza del volo e questo rende necessario un loro adeguato contingentamento. La storia recente del trasporto aereo mondiale è stata caratterizzata da molteplici incidenti che hanno visto come protagoniste le “cugine” delle batterie LiPo dei droni, ossia le batterie delle sedie a rotelle elettriche, la cui segregazione nelle stive degli aeromobili è essenziale ai fini della sicurezza. Non è un caso, infatti, che impiegati e operai aeroportuali debbano obbligatoriamente sostenere corsi ed esami sulle DGR con cadenza biennale per poter essere in regola con le autorità e fare il proprio lavoro.
Fatta questa dovuta premessa, è ora il momento di avventurarsi nell’argomento in un modo più approfondito, dato che, come anticipato, tra quanto indicato dalla normativa vigente e il trasporto ideale dei droni ci sono alcune differenze. Mentre è chiaro e risaputo che le batterie ai polimeri di litio debbano essere segregate, scariche, coperte da materiale ignifugo e trasportate esclusivamente nelle cabine degli aeromobili, sul trasporto degli APR le indicazioni fornite non sono sempre conformi a quelle ottimali. La normativa, infatti, fornisce indicazioni per garantire la sicurezza del volo, non per garantire gli interessi dei passeggeri che viaggiano con APR al seguito. Sono tante le testimonianze di chi ha viaggiato mandando i propri droni in stiva senza avere problemi di alcuna natura, ma ciò non corrisponde alla modalità di trasporto ottimale del proprio drone. Prima di affrontare il tema nel dettaglio, chiariamo in modo esaustivo la parte che riguarda le batterie al litio, che si distinguono in due categorie in base ai Watt/ora (Wh): le batterie con un output inferiore ai 100Wh devono essere segregate e trasportate nei bagagli a mano, mai in quelle da stiva, e generalmente non prevedono un’apposita autorizzazione per il trasporto; le batterie che superano la soglia dei 100Wh si trasportano allo stesso modo ma necessitano di un apposito permesso rilasciato dalla compagnia aerea (per averlo è necessario contattare i servizi di assistenza ai clienti). Per capire in quale range rientrano le nostre batterie, basta moltiplicare i Volt per gli Ampere/ora: il risultato ci darà con precisione il valore di Wh. E’ necessario aprire una piccola parentesi anche sui propeller, ossia sulle eliche, che data la loro forma possono essere considerate assimilabili ad oggetti taglienti, dunque pericolose e non accettabili nel bagaglio a mano. Purtroppo, se gli addetti alla sicurezza aeroportuale impongono la spedizione delle eliche nel bagaglio da stiva, bisogna seguire questa indicazione alla lettera.
Eliche a parte, il cui valore è contenuto rispetto al resto del SAPR, mandare un drone in stiva, anche se opportunamente imballato, presenta molteplici rischi. Innanzitutto, in base alla compagnia aerea, al tipo di aeromobile e alla configurazione delle sue stive, il bagaglio con all’interno il drone può essere soggetto a urti e sollecitazioni notevoli. Generalmente, gli aerei con stive da carico sfuso o bulk load, tipici delle compagnie low cost come Ryanair ed easyJet, sottopongono i bagagli a un numero potenzialmente maggiore di urti, in quanto le fasi di carico prevedono che siano presi e riposizionati più volte, e a mano, da parte degli operai. I rischi di urto diminuiscono se le stive hanno un carico con contenitori AKH o AKE, tipici delle compagnie tradizionali come Lufthansa e Alitalia, dove i processi sono in parte curati da macchinari (loader) che posizionano gli appositi contenitori, con all’interno i bagagli, direttamente nelle stive.
A prescindere dal carico, come si evince dalla foto, è praticamente ovvio che gli urti e le sollecitazioni siano all’ordine del giorno nelle operazioni di carico e scarico degli aeromobili; mandare il drone in stiva, anche se in appositi bagagli rigidi, significa comunque esporlo al rischio di subire danni e di ritrovarsi nelle stive con una pressione fino a 64kg (il massimo peso legale di un bagaglio è 32kg e si considera il caso più sfavorevole, con due bagagli così pesanti proprio sopra quello che contiene il nostro APR). Nel caso specifico delle compagnie tradizionali, dato spesso trasportano merci oltre che bagagli, c’è addirittura il rischio che il vostro drone possa essere a pochi metri da merce radioattiva, non dannosa per i passeggeri nella cabina soprastante, ma che può colpire l’APR. Si tratta di dosi minime in quanto la merce con alto tasso radioattivo non può essere trasportata su aeromobili passeggeri, ma è comunque un rischio.
Altro particolare che sicuramente è sfuggito a coloro che fino ad ora hanno preso senza problemi dei voli civili mandando i propri droni in stiva, riguarda il valore economico dei droni stessi e le responsabilità della compagnia. In caso di smarrimento e/o danneggiamento di un bagaglio, la compagnia risponde dei danni fino a un certo limite stabilito dalle normative internazionali, che si aggira intorno a 1.164 euro. Inoltre, quando si viaggia in aereo, si è soggetti alle Condizioni di Trasporto (che quasi tutti i passeggeri accettano senza leggere prima di acquistare un biglietto) che implicitamente ci fanno dichiarare di non spedire, all’interno dei nostri bagagli da stiva, roba di particolare valore. Facendo due conti e considerando, oltre al valore economico intrinseco del drone, anche le spese per certificazioni varie, assicurazioni e quant’altro, anche con droni di fascia medio-bassa si supera abbondantemente la cifra fino alla quale la compagnia aerea è responsabile economicamente del danno subito. A questo si rimedia contattando, prima della partenza, i servizi di assistenza ai clienti per pagare un apposito supplemento assicurativo per il trasporto di roba di valore, e/o acquistando apposite assicurazioni private per il trasporto di materiale di alto valore. In questo modo si rimedia all’eventuale danno economico, ma non al disagio che può derivare dal danneggiamento dell’APR o dalla scoperta, tramite un ufficio di assistenza ai passeggeri con bagaglio (Lost and Found), che il proprio bagaglio non ha viaggiato insieme a noi. Ebbene sì, è raro quando si prende un volo diretto e un po’ più comune quando si prende una coincidenza, ma la probabilità di mandare un bagaglio in stiva e trovarlo a destinazione non è mai pari al 100 per cento. E’ possibile, infatti, che il bagaglio venga “disguidato”, ossia che rimanga all’aeroporto di partenza o di transito, o che finisca addirittura in uno scalo diverso da quello programmato; in questi casi, i tempi per riaverlo sono variabili e possono compromettere seriamente una vacanza o un viaggio di lavoro. Per questo e per altri motivi, quando si tratta di droni, l’ideale è non mandarli in stiva, in nessun caso.
Dato che l’alternativa è il bagaglio a mano (eliche a parte, quando non sono accettate dai controlli di sicurezza), bisogna seguire con attenzione alcune semplici regole. Da un po’ di tempo a questa parte, si sta assistendo a un aumento esponenziale del numero di bagagli a mano sbarcati da bordo, ossia dei bagagli a mano non accettati in cabina per mancanza di spazio nelle cappelliere; si tratta di un problema tipico delle compagnie low cost con cabine ad alta configurazione e posti stretti, ma sta interessando anche le compagnie tradizionali in percentuali ragguardevoli. Per ridurre ai minimi termini il rischio di spedizione del proprio bagaglio a mano, bisogna seguire le seguenti indicazioni: verificare che il bagaglio sia delle dimensioni corrette previste dalla compagnia aerea con la quale si viaggia; presentarsi in aeroporto e all’imbarco in anticipo in quanto i bagagli sbarcati sono per lo più degli ultimi passeggeri in fila al gate; passare i controlli di sicurezza con calma e in anticipo rispetto all’orario di apertura dell’imbarco, informando gli addetti alla sicurezza che si viaggia con un drone e con batterie al litio; acquistare servizi extra o ancillari per imbarcarsi tra i primi (e.g., Priority della Ryanair, Plus della easyJet, carta Ulisse o Freccia Alata per Alitalia, classi Business e First). In ogni caso, il passeggero con drone è tenuto a segnalare agli addetti aeroportuali al gate che richiedono la spedizione del bagaglio a mano di avere strumentazione di alto valore economico e batterie al litio. Se questo inconveniente dovesse presentarsi, bisogna fare il possibile per evitare che il drone, le batterie e altre strumentazioni vadano in stiva.
Nel complesso, è evidente come il trasporto per via aerea dei SAPR sia molto più complesso di quanto sembri in apparenza. Una delle soluzioni di viaggio più sicure, anche se costose, riguarda la selezione del servizio extra denominato “Extra Seat”. Come suggerito dal nome stesso, si tratta di un servizio che prevede un posto aggiuntivo acquistato dal passeggero, dove può sistemare uno strumento o un bagaglio a mano più voluminoso del solito, ed è ormai reso disponibile da tantissime compagnie aeree tradizionali e low cost. Questo servizio è usato principalmente dai musicisti che trasportano strumenti voluminosi e delicati che non possono essere mandati in stiva, un’esigenza che li accomuna, dunque, ai piloti di droni in viaggio; molti backpack e valigette per il trasporto dei droni superano per dimensioni i limiti massimi consentiti per i bagagli a mano, ma rientrano perfettamente nei limiti per gli strumenti da Extra Seat. Data la sua particolare natura, l’Extra Seat è esentasse, dato che non si tratta di un passeggero aggiuntivo, ma è messo a disposizione sotto il pagamento di una penale variabile e deve essere dichiarato (nonché pagato) al servizio di assistenza clienti molto prima della partenza, possibilmente a ridosso della prenotazione del biglietto. Il servizio è molto comodo e poco prima della partenza, hostess e steward forniranno l’assistenza e le istruzioni necessarie per fissare il bagaglio all’extra seat in assoluta sicurezza.
A prescindere da tutto, è sempre opportuno seguire il galateo del corretto viaggiatore: presentarsi in aeroporto in anticipo rispetto agli orari previsti se si hanno esigenze particolari, non dare troppo peso alle esperienze di amici e parenti se in contrasto con quanto indicato dalle compagnie, segnalare richieste all’assistenza clienti contestualmente alla prenotazione del biglietto o comunque in netto anticipo rispetto alla partenza. Solo seguendo queste semplicissime regole, dettate dal buonsenso e dal senso civico, si può avere la sicurezza di viaggiare in assoluta tranquillità sul mezzo di trasporto più sicuro al mondo.
pubblicato su The Lightblue Ribbon
[amazon_link asins=’B073FKY3FN,B075QH1ZN3,B077VK4SL7|B073HYDPT3,B071LQGXXF,B06XTLHMQZ|B073FKY3FN,B07525SVYR,B072JWBSK3|B073FKY3FN,B075XL6R3D,B01H750NXY|B073FKY3FN,B077VK4SL7,B075XHV1S5|B06XP6TWF7,B073FKY3FN,B01M629244′ template=’ProductCarousel’ store=’fammivolare-21|fammivolare-20|fammivolare05-21|fammivolare00-21|fammivolare08-21|fammivolare09-21′ marketplace=’IT|US|UK|DE|FR|ES’ link_id=’06d71767-0fca-11e8-8b2c-c721ea9703cc’]
Vorrei sapere se è possibilie porta dronmi (Mavic pro) in aereo in Oman
Grazie
Buongiorno Andrea,
non sono in grado di rispondere alla tua domanda, ti consiglio di contattare la compagnia aerea con la quale voli.
Inoltre, verifica che come cittadino straniero tu possa operare un drone in Oman, so che in Arabia Saudita, ad esempio, ciò non è possibile.