British Airways da Verona VRN a Londra LGW: nel solco delle low-cost.
Ladies and gentlemen, boys and girls ce l’abbiamo fatta: siamo riusciti a farvi volare al ribasso.
Se c’è un effetto sicuro della presenza sempre più consistente delle compagnie low-cost sul mercato europeo, oltre alla diminuzione del prezzo del biglietto, questo è pure la scarsa qualità di servizio, comfort e quant’altro riservato ai passeggeri di classe economica delle aerolinee tradizionali.
La competizione è feroce, e con il rischio di perdere sempre più terreno a scapito delle LCC, ma con ben presente il mantra Non si ha nulla per nulla, anche le legacy arlines più prestigiose, leggasi in questo caso British Airways, abbandonano i passeggeri della parte posteriore degli aerei ad un trattamento decisamente scarso.
Ma andiamo per ordine, e per punti.
Sala d’imbarco del volo BA2597 da Verona a Londra Gatwick. L’hostess di terra annuncia l’inizio delle operazioni di imbarco: la massa si alza all’unisono e inizia a spingere verso il gate. I privilegiati con bambini, tessere gold, platinum, diamond, tiara tempestata si fanno avanti sgomitando tra il popolino. Ma che fretta c’è, tanto poi siamo tutti della stessa classe sociale quando saliamo sul bus, che ci tiene 10 minuti d’orologio al gate, anche se pieno stracolmo, e con il motore acceso e le porte aperte così che i fumi di scarico meglio circolino tra i passeggeri che iniziano a tossicchiare.
La salita a bordo. Si entra in testa e in coda, ma siccome non è stato suggerito negli annunci, la gente si ammassa sulla scaletta di testa, più vicina a dove ci ha lasciato il bus, e nessuno, men che meno quelli delle ultime file, salgono per la coda.
A bordo. Lotta per lo spazio nelle cappelliere. Fortunatamente non si possono portare armi …
Si parte. Non hanno controllato che le cinture di sicurezza fossero allacciate e lo schienale posto in posizione verticale … e sapete perché?!, perché praticamente non si reclina ahhahah. Sorpresa, lo spazio per le gambe è ridotto all’osso e gli schienali sono fissi e duri come le panche in chiesa.
Il posto. Del comfort vi ho appena parlato, ora vi dirò delle macchie di caffè sullo schienale di fronte, del livello di stropicciatura delle riviste di bordo, è vero che siamo a fine mese ma sembra papier maché senza averne l’utilità, oltre allo schifo che fa a toccarle: sono appicicaticce e sporche di cibo.
È l’ora della merenda. Quando il carrello arriva nelle ultime file non c’è più scelta e mi tocca un sandwich di pastrami, cetriolo e maionese; il caffè è imbevibile. Non so cosa sia peggio. E se avessi ancora sete o volessi cambiare bibita?, per carità, il passaggio successivo è per raccogliere i rifiuti, e in fretta che dobbiamo vendervi i prodotti del duty free. Vedo le hostess sorridere per la prima volta.
Durante il volo. Per fortuna non ci stressano con annunci gracchianti sulla velocità e l’altezza di crociera, ma ci fanno sapere che arriveremo con 30 minuti di anticipo. Considerando che è un volo di 2 ore, o siamo saliti per sbaglio su un jet supersonico invece che su di un Airbus A320 o, comunque, complimenti alla programmazione e grazie a dio che mi ha ascoltato.
Gli annunci. Tutti ovviamente e rigorosamente in lingua british, come dal nome della compagnia; è vero che non sta scritto da nessuna parte, ma siccome siamo partiti dall’Italia un annuncio in italiano, oltre che professionale, sarebbe stato apprezzato.
Tocchiamo terra. Mi viene voglia di applaudire. Complimenti, anche la tanto celebrata BA, nella economy class, segue il solco tracciato dalle più becere low-cost.