Alitalia tiene alta la fama della cucina italiana.
Lontane dalle problematiche amministrative e gestionali dell’azienda, che dall’inizio del mese di maggio è in amministrazione controllata, le cucine di Alitalia continuano a deliziare i passeggeri delle classi premium.
A definire la qualità del cibo a bordo di Alitalia non sono solo i premi ricevuti per 7 anni di seguito dai lettori della rivista nordamericana Global Traveler, che dal 2010 la incoronano Best Airline Cuisine e, per quanto possa valere il mio giudizio, non sono nemmeno le mie papille gustative, ma è un dato di fatto che a bordo dell’Airbus A330 che mi sta portando verso Boston si mangia bene, molto bene.
I cocktail sono mixati attentamente, i vini serviti alla giusta temperatura, il pane è caldo e croccante, così come caldi sono i cibi ben disposti su piatti di porcellana Richard Ginori. Tovaglie e tovaglioli sono di candido cotone Frette. La pasta dei primi è cotta al dente, le pietanze sono saporite ma con la giusta sapidità, nessun eccesso nelle spezie o negli aromi per correggere la freschezza dei prodotti che mantiene il sapore ed è la chiave vincente della cucina tricolore.
I menù, diversi a secondo di diverse rotte ed aree geografiche di destinazione, variano ogni tre mesi e si ispirano alla cucina regionale italiana. Nel mese di maggio, i passeggeri della classe business in viaggio verso Boston, sono stati deliziati dalla cucina del Piemonte, mentre la carta dei vini si estendeva pure alla Liguria. Anche la cantina, i piatti sono sempre accompagnati da ottime bevande, è di qualità: bianchi, rossi, passiti, spumanti, birre artigianali, il tutto scelto e curato dalla Fondazione Italiana Sommelier.
Al termine di un pasto italiano, in qualsiasi momento del volo o per colazione, non può mancare un caffè: cialde Lavazza, quattro aromi a scelta incluso il deca.
Negli ultimi voli compiuti abbiamo avuto modo di gustare orecchiette alle cime di rapa e filetto di orata in salsa di limone della cucina pugliese, trofie alla spezzina e millefoglie di mare alla sanremese, agnolotti del Plin al ragù di carne bianca e lombetto d’agnello in crosta di nocciole della cucina piemontese.
Gi assistenti di volo, cortesi e discreti, sono sempre disponibili per consigliare un abbinamento vino pietanze, per cambiare l’orario della cena se si vuole riposare o per servire uno spuntino dolce o salato a base di formaggi, affettati o frutta.
Con la pancia piena ed un sorriso sulle labbra mi sento di considerare che se tutta la gestione di Alitalia avesse la qualità della sua cucina, la compagnia italo-emiratina non starebbe navigando in cieli tanto turbolenti.