L’utilità sociale di Alitalia.
Guest post di Francesco D’Amico, blogger di The Light Blue Ribbon.
Molti non lo sanno ma la compagnia già di bandiera ha un ruolo insostituibile.
Il nodo degli esuberi, necessario per finalizzare l’accordo tra Alitalia e la compagnia emiratina Etihad Airways, sembra essere stato sciolto e il rischio di fallimento per AZ sembra ormai scongiurato. Sei anni dopo le gesta dei “capitani coraggiosi”, coloro che avrebbero dovuto salvare il brand Alitalia facendo risorgere la moribonda compagnia Alitalia – Linee Aeree Italiane trasformata in Alitalia – Compagnia Aerea Italiana, il rischio di un fallimento si è concretizzato nuovamente e per interi mesi i media italiani e stranieri hanno seguito i vari step che hanno portato alla situazione attuale. Dalla riduzione dell’influenza di Air France, un tempo considerata l’acquirente più probabile, al corteggiamento nei confronti di Etihad, dall’allarme di Lufthansa per l’invasione delle compagnie degli Emirati, all’investimento di Poste Italiane da molti considerato un aiuto di stato.
Eppure, in tutti questi mesi, un aspetto non marginale della questione Alitalia è stato ignorato dai media: l’aspetto sociale. Se da una parte è stata data la giusta importanza ai lavoratori della compagnia che hanno rischiato di perdere il proprio posto di lavoro, dall’altra è stata ignorata l’utilità sociale della compagnia, il motivo per il quale non ci saremmo potuti permettere di perderla. Chi l’ha reputata inutile e facilmente sostituibile ha commesso un errore di una gravità non indifferente e a breve vedremo perché.
Un elenco delle caratteristiche di Alitalia che rendono la compagnia socialmente utile e insostituibile in Italia risulterebbe noiosa anche per i lettori più attenti e interessati. In questa occasione, è stato scelto un approccio quasi social, con alcuni esempi ipotetici ma comunque plausibili. I nomi dei personaggi sono casuali e qualsiasi riferimento a cose o fatti realmente accaduti è altrettanto casuale. In aggiunta agli esempi, ove possibile, sono stati anche aggiunti i codici internazionali a tre o quattro lettere che identificano servizi e procedure particolari. Le situazioni proposte si riferiscono ai voli nazionali e, dove specificato, anche ad alcuni collegamenti internazionali.
Ora, giochiamo un po’ con la mente e proviamo ad immaginare la seguente situazione: il fallimento della trattativa con Etihad e/o i sindacati, e il conseguente fallimento dell’Alitalia. I media nazionali annunciano la notizia, le operazioni cessano, Ryanair ed easyJet esultano e impostano la modalità avvoltoio, viene dato risalto alle proteste dei lavoratori e dei passeggeri rimasti a terra. Il disastro sociale reale, tuttavia, rimarrà ignoto ai più.
Clara è un’amica degli animali e viaggia regolarmente con amici a quattro zampe al seguito, sia per le proprie vacanze che per portare cani e gatti abbandonati alle famiglie adottive. I più piccoli li portava a bordo, in un trasportino (codice: PETC), mentre i più grandi andavano nelle stive pressurizzate degli aeromobili (codice: AVIH). Quando non poteva viaggiare insieme ai propri amici, Clara riusciva comunque a mandarli dove necessario ricorrendo al servizio cargo (cod.: AVI). Ora però che Alitalia è fallita non potrà più farlo: le concorrenti non prevedono il trasporto di animali in stiva e le poche che garantiscono il trasporto in cabina non hanno una copertura sufficiente nell’ambito del mercato domestico italiano.
Marco e Paola sono due amici milanesi di 8 e 9 anni, rispettivamente. Marco, d’estate, passa un mese coi nonni materni che risiedono nel Sud Italia, mentre Paola è figlia di due genitori divorziati che vivono a centinaia di km di distanza tra loro. Prima c’era l’Alitalia ad offrire il servizio di trasporto dei minori non accompagnati (cod.: UMNR), ma ora che non c’è più i bambini, per viaggiare, devono necessariamente essere accompagnati da un adulto. E se quel qualcuno, per i motivi più disparati, non può partire, neanche i bambini possono farlo. Brutte notizie per Marco, e non pochi problemi per Paola.
Pasquale è un italo-americano che ama tornare in Italia almeno una volta all’anno. La sue due case, New York e la propria terra natia, non sono collegate con voli diretti e l’unica possibilità di viaggio era l’Alitalia con scalo a Roma FCO. Col fallimento della compagnia, Pasquale dovrà comprare biglietti multipli e dispendiosi, senza più avere la comodità del trasferimento automatico del bagaglio in transito: un problema non indifferente dato che Pasquale ha superato l’età di 80 anni e non può sostenere sforzi fisici prolungati. Vorrà dire che d’ora in poi vedrà il suo paese natale del Sud Italia solo in televisione. Situazione simile, ma non poi così drammatica, per Maria, studentessa trentenne fuori sede che vive in un posto non collegato alla sua città natale con voli diretti; anche per lei, prima c’era l’Alitalia con scalo a Roma-FCO, il modo migliore per connettere due punti qualsiasi del paese, ma con il caos del fallimento della compagnia, Maria dovrà cercare soluzioni alternative ed eventualmente coprire via terra decine e decine di chilometri in più per arrivare in un aeroporto più comodo e meglio collegato.
Camilla è la madre di Antonio e, dopo un dramma lungo e travagliato, è improvvisamente venuta a mancare presso uno dei centri sanitari d’eccellenza italiani. Per portare la salma di Camilla a casa e per poter onorarne la memoria con una messa e una degna sepoltura, era stato predisposto il servizio cargo di Alitalia per il trasporto dei defunti (cod.: HUM), ma ora che la compagnia è fallita e le concorrenti non offrono servizi del genere, l’alternativa saranno dispendiosi, anche in termini di tempo, mezzi per il trasporto via terra. Nessuna pace neanche per i morti e i loro cari.
Giuseppe è il dipendente di una società aeroportuale di handling che offre servizi per conto di Alitalia, ma non essendo un dipendente di compagnia è stato ignorato dai media. Col fallimento della compagnia già di bandiera, tuttavia, condivide lo stesso destino dei dipendenti Alitalia: la perdita del proprio posto di lavoro. Destino condiviso anche da Stefania, dipendente di una società che gestisce un call center per conto di Alitalia e che, come Giuseppe, non è stata annoverata tra i neodisoccupati. Finirà anche lei nel dimenticatoio.
Luca è malato e ha bisogno di un trasferimento per via aerea da un capo all’altro del paese; non può stare in piedi né seduto, e deve necessariamente viaggiare su una barella. Con Alitalia, che predisponeva un servizio dedicato con la rimozione di alcune file a bordo dei propri aeromobili per poter accogliere i passeggeri barellati (cod.: STCR), il viaggio per Luca sarebbe stato fattibile e non particolarmente dispendioso. Col fallimento di Alitalia, tuttavia, l’unica opzione disponibile sarà un volo ospedale predisposto ad hoc, con costi astronomici. Sempre se Luca potrà permetterselo.
Non meno importanti sono i codici DEPU e DEPA utilizzati per identificare i passeggeri deportati, rispettivamente quelli non accompagnati e quelli accompagnati. Gli accompagnati sono, generalmente, detenuti in trasferimento che per motivi di sicurezza viaggiano in aereo con apposite scorte armate e non costituiscono un pericolo per la sicurezza del volo. L’aereo è il mezzo ideale per questa tipologia di spostamenti e le operazioni di imbarco e sbarco sono curate in collaborazione con la Polizia Penitenziaria. Senza Alitalia, questo servizio di importanza strategica verrebbe meno e per trasferire i detenuti bisognerebbe ricorrere al trasporto via terra, con tutti i rischi del caso… voi sareste tranquilli?
Di situazioni ipotetiche di questo genere ce ne sarebbero a bizzeffe, ma per motivi di spazio molte sono state omesse. Il messaggio, comunque, è chiaro: perdendo una volta per tutte la compagnia già di bandiera, così bistrattata, saremmo tornati indietro di decenni in termini di qualità e decenza del trasporto aereo nel nostro paese: avremmo di fatto negato il diritto alla mobilità ad intere categorie speciali di passeggeri, una cosa a dir poco scandalosa per un paese civile. L’errore che facciamo quando consideriamo l’Alitalia non necessaria è frutto di un’analisi superficiale di ciò che essa offre, analisi spesso limitata ad una rapida occhiata al prezzo dei biglietti; il servizio offerto, in realtà, è molto complesso ed ha un’utilità sociale che tutti noi dovremmo conoscere. Pensiamoci bene prima di definire l’Alitalia una compagnia inutile e sostituibile, perché al posto di Clara, Marco, Paola, Pasquale, Maria, Camilla, Antonio, Giuseppe, Stefania e Luca potrebbe esserci uno qualsiasi di noi, o un parente a noi stretto.
Alitalia organizza il tuo viaggio: minori non accompagnati e animali.
Alitalia. Servizi per passeggeri con bisogni speciali.
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