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Niente wifi sui Dreamliner di Air New Zealand.

NZ Panasonic-Ku wifi coverage

Copertura del sistema Ku di Panasonic, febbraio 2014.

Air New Zealand ha deciso, non ci sarà wifi a bordo dei Dreamliner con la Silver Fern. Da sempre abituati a fornire un servizio top class sui loro aerei, i kiwi non sono soddisfatti della attuale tecnologia e piuttosto di illudere i passeggeri, e magari farli pagare per un servizio che poi non riescono a fornire, hanno deciso che per il momento si continuerà a dormire, leggere o guardare un film.

La decisione di NZ è logica è in gran parte dovuta alla posizione geografica delle isole, o meglio alle rotte seguite dai propri aerei che li allontanano dalle aree del pianeta che vengono coperte in modo costante e soddisfacente per i passeggeri.

In realtà, nonostante i prezzi elevati e la gran fanfara con la quale alcune compagnie pubblicizzano il nuovo servizio a bordo, pochi sono i passeggeri veramente soddisfatti. Eccovi alcuni esempi.

Per dei malati di tecnologia come i nordamericani il wifi a bordo è ormai un must, ma nonostante la continuità sopra terra di un volo coast-to-coast e la grande quantità di antenne dispiegate sul territorio un recente test del New York Times su diverse rotte e compagnie ha riportato almeno una dozzina di disconnessioni su voli di circa 5 ore, classico esempio un JFK – LAX.

Lufthansa ricorda come spenga i ricevitori quando i suoi apparecchi entrano lo spazio aereo cinese, e li riaccenda quando ne esce, in ottemperanza con le leggi locali. Altre compagnie, come Singapore Airlines, affermano di fornire connessioni più stabili ma a prezzi salati: nel novembre 2014 un passeggero del Londra – Singapore si è visto recapitare un conto di US$1171 … il suo portatile è rimasto connesso anche mentre dormiva.

Emirates cerca sempre di splendere e afferma che circa 3500 passeggeri al giorno si connettono dai suoi aerei, ma non specifica per quanto tempo e se con il sorriso.

Insomma, queste ed altre esperienze danno ragione ad Air New Zealand che dopo una serie di test ha verificato come solo il 5% dei propri passeggeri avesse veramente intenzione di connettersi, forse anche dovuto al fatto che la maggior parte dei voli sono notturni o che l’IFE di bordo è uno dei punti di forza della compagnia.

Aspettiamo ulteriori sviluppi della tecnologia, per il momento appare evidente che il servizio di wifi a bordo è appannaggio di pochi business men e per funzioni che non prevedano grandi trasferimenti di dati.

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