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Gli hub in vantaggio sugli aeroporti regionali.

Airport_Striping_001.16155221Hanno sofferto per anni la concorrenza spietata delle low-cost, ma sembra che finalmente le grandi compagnie d’Europa, come Air France – KLM, British Airways, Lufthansa e Alitalia, abbiano imparato la lezione ottimizzando l’operatività e tagliando i costi superflui, così che il gap si è ridotto sino quasi a chiudersi. Chi ne beneficia è sicuramente il passeggero, che si trova a fare shopping tra una maggiore scelta di tariffe economiche e può volare dai principali aeroporti e hub del continente. Quest’ultima è, infatti, l’altra grande novità: le low-cost abbandonano gli aeroporti secondari e scomodi da raggiungere, vedi ad esempio Ryanair che si sposta da Roma Ciampino CIA su Roma Fiumicino FCO, o taglia voli su voli da Francoforte HHN, a 120 km dal centro della città; tutto ciò sia per venire incontro alla esigenze dei viaggiatori sia perché si è persa la convenienza economica a volare sugli aeroporti secondari.

Se nei periodi di vacche grasse gli enti locali hanno sperato di creare un circolo virtuoso finanziamenti-agevolazioni-turismo-lavoro imperniato sugli aeroporti regionali, quel flusso di denaro spesso sperperato in infrastrutture inutili è ormai terminato.

Gli Stati hanno imparato la lezione e sono ora più oculati nelle spese, e pure la Comunità Europea ha legiferato, nel febbraio del 2014, che gli aeroporti con oltre 5 milioni di transiti all’anno non riceveranno più sovvenzioni statali, a meno di evidenti disastri nel mercato, mentre gli aiuti per quelli con transiti inferiori ai 3 milioni verranno gradualmente terminati in un periodo di 10 anni. Inoltre gli aeroporti più piccoli, cioè quelli con transiti sino a 700mila passeggeri annui, dovranno presentare piani di sviluppo e di copertura delle spese dettagliati per potere, eventualmente, accedere a finanziamenti pubblici.

Cattedrali nel deserto, i 3 casi europei più eclatanti degli ultimi anni non sono in Italia:

  • Kassel-Calden KSF, in Germania: situato 200 km a nord di Francoforte è costato 270 milioni di euro e servito 50mila passeggeri nel 2013; il primo volo in programma venne cancellato per mancanza di prenotazioni.
  • Calderon CQM, in Spagna: 200 km a sud di Madrid, è vissuto pochi mesi, tra giugno e ottobre 2010, quando tutte le rotte internazionali vennero gradualmente cancellate e presentata istanza di fallimento con 300 milioni di euro di debiti, era costato 1.100 milioni di euro; il 27 dicembre 2013 l’asta di vendita, al prezzo iniziale di 100 milioni di euro, è andata deserta.
  • Lerida ILD, in Spagna: a 150 km da Barcellona, costato 90 milioni di euro venne completato nel 2009, opera 7 voli settimanali dei quali 5 limitati alla stagione invernale.

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